Ho trovato un gattino!

Ho trovato un gattino!
Ho trovato un gattino!

Dalla cuccia al biberon,
i primi passi per lo svezzamento.

Può capitare, purtroppo, di trovare dei micetti abbandonati, appena svezzati o peggio ancora quando hanno solo pochi giorni. È andata così anche con Minni e Mokina, due delle gatte con cui condivido casa, letto, computer. Ho incontrato Minni sul bordo di una strada, quando aveva poco più di due mesi ed era sola, sotto la pioggia; Mokina invece era stata chiusa in un sacchetto della spazzatura insieme ai suoi fratellini, e poi gettata via (leggi la nostra storia).

La sterilizzazione è una scelta molto importante, un gesto etico, civile, che fa del bene ai nostri gatti ed evita nascite indesiderate. Ma non tutti (ahimè) la pensano così. E qualcuno decide poi di risolvere il problema con semplicità, gettando i poveri gattini dove capita. Come salvarli?

Innanzitutto, ricordiamoci che l’abbandono di un animale è reato (Legge 189/2004) e se ne siamo testimoni è nostro compito denunciare subito il fatto alle autorità. E se ritroviamo un animale ferito o in difficoltà, abbiamo il dovere civile e morale di avvisare il Servizio Veterinario della ASL di competenza territoriale, il quale è obbligato ad intervenire per il ritiro dell’animale e deve avere reperibilità anche notturna e festiva. In Veneto è possibile anche chiamare il 118, il quale fornisce assistenza indiretta per cani o gatti feriti attraverso la figura del “cinovigile”, a livello comunale (in entrambi i casi, il mancato intervento è denunciabile perché si tratta di un pubblico servizio).

Non siamo soli: in caso di dubbio sul comportamento da tenere, per avere qualche consiglio o per trovare una futura adozione ai piccoli trovatelli, possiamo fare riferimento anche alle associazioni animaliste. Sicuramente c’è un rifugio o un gattile anche nei pressi di casa nostra: controlliamo l’elenco delle sedi Enpa e Oipa, per cominciare.
Teniamo presente però che queste associazioni sono formate da volontari, e spesso sono in difficoltà a causa dei numerosi abbandoni. Se ce la sentiamo, quindi, possiamo decidere di svezzare e far crescere noi stessi i gattini, fino a quando sarà il momento giusto per trovar loro famiglia.

Occuparsi di gattini così piccoli richiede impegno e responsabilità, e la conoscenza di alcune nozioni che possono essere facilmente imparate. Bisogna avere la consapevolezza che i cuccioli dipendono in tutto e per tutto da noi: alimentazione, pulizia, termoregolazione, sono tutti aspetti fondamentali di cui dovremo occuparci.

La consulenza di un veterinario è indispensabile perché se privati del latte di mamma gatta, i cuccioli vengono a mancare degli anticorpi necessari per difendersi da ogni malattia, e sono quindi molto deboli e vulnerabili: non sottovalutiamo i segnali perché anche un semplice disturbo potrebbe essere fatale. Rechiamoci subito dal veterinario se i piccoli miagolano troppo o non riescono a succhiare.

La temperatura è molto importante: i cuccioli devono sempre stare al caldo, proprio come se fossero con mamma gatta. Nelle prime due settimane di vita non sono in grado, infatti, di regolare da soli la temperatura del proprio corpo. Vanno tenuti quindi in una scatola piuttosto piccola (perché stiano vicini) e con i bordi alti per impedire loro di uscire. Sarà bene rivestire il fondo con dei giornali, o con un panno assorbente, e con un pile o un vecchio maglione.

È fondamentale aggiungere una fonte di calore: una copertina elettrica oppure una borsa d’acqua calda (che va sostituita però ogni due – tre ore) avvolti in un asciugamano e non a contatto diretto con gli animali: avvicinando la mano, dobbiamo sentirne il calore senza scottarci!

Il latte vaccino non è assolutamente adatto ai gattini. È necessario acquistare il latte in polvere specifico, che si trova in farmacia o nei negozi di articoli per animali. I pasti devono essere molto frequenti: almeno ogni 3 ore, compresa la notte, da somministrare con l’aiuto di un biberon, di un contagocce oppure una siringa senza ago. Attenzione, non sono bambini, e la posizione da far tenere è quella che avrebbero naturalmente con mamma gatta: a pancia in giù!

Infine è fondamentale che dopo ogni poppata venga massaggiata la zona genitale dei micetti, come a simulare le leccate della mamma, indispensabili a stimolare minzione e defecazione. Utilizziamo a questo scopo un fazzoletto oppure un po’ di cotone, con i quali possiamo pulire poi anche tutto il musetto, sempre con molta delicatezza.

Per approfondire, vi invito a leggere il dettagliato articolo pubblicato dall’Associazione A Coda Alta di Ferrara.
E per aggiungere un pizzico di emozione, non perdetevi questo tenerissimo video: Gattini, come crescerli senza mamma!

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