Musica: roba da animali!

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Musica: roba da animali!

Musica: roba da animali!

Evoluzione e intelligenza sono la stessa cosa? Spesso sento usare i due termini come se fossero sinonimi. E l’intelligenza è misurabile solo in termini di razionalità?

Tutte le specie si sono evolute e hanno sviluppato la propria intelligenza in base a ciò che permetteva una sopravvivenza migliore. In pratica, impariamo a fare quello che ci consente di rimanere in vita. Per questo gli altri animali (quelli non umani) sono in grado di compiere azioni che a noi risultano impossibili. Molti di loro però, se correttamente addestrati, hanno dimostrato di poter svolgere anche mansioni considerate tipicamente umane.

In una società antropocentrica, il modello di riferimento è sempre e solo l’essere umano. Tutti gli altri possono solo cercare di assomigliarci.

Ogni cosa è racchiusa in un ordine gerarchico che non tiene conto del valore della diversità. Intelligenza, astuzia, prepotenza, sono diventati sinonimo di superiorità.
Difficile ricordare che ogni specie diversa dalla nostra si è evoluta insieme a noi, sviluppando altre capacità, spesso compensando le nostre, in un tempo in cui la vita in comune era per entrambi ancora un vantaggio.

Quante cose ci accomunano agli altri animali, e quante ne abbiamo imparate (e non viceversa)!

Parliamo di musica: sono rimasta impressionata nello scoprire questo profondo legame, che abbiamo sempre sotto gli occhi (anzi, le orecchie!) eppure diamo per scontato.
Non solo gli uccelli, di cui siamo abituati ad apprezzare il canto, ma molti altri animali compongono musica, e come noi lo fanno per esprimere emozioni profonde, ma anche per difendere il territorio o attirare il partner sessuale.

Quello che riporto di seguito è tratto dal libro “La macchina degli abbracci” di Temple Grandin, considerata una delle maggiori esperte e ricercatrici del mondo animale.

«Abbiamo anche buone prove del fatto che la musica si sviluppò negli animali molto tempo prima della comparsa degli esseri umani, grazie ad uno studio sulla musica animale eseguito da Patricia Gray e da cinque biologi.
Gli autori scrivono: “Il fatto che la musica degli esseri umani e dei cetacei abbia tanto in comune, nonostante la rispettive vie evolutive non siano più incrociate da sessanta milioni di anni, indica che probabilmente la comparsa della musica ha preceduto quella degli esseri umani: in realtà più che essere gli inventori della musica, noi siamo gli ultimi arrivati sulla scena musicale”.

Gli inventori e i veri maestri della musica furono gli animali. Probabilmente gli esseri umani la appresero da loro, soprattutto dagli uccelli.
Volete un’ulteriore dimostrazione del fatto che l’uomo non inventò da sé la musica, ma la copiò in giro? Fra i primati, solo l’11% delle specie canta.

Mozart fu decisamente influenzato dal canto degli uccelli. Possedeva uno storno, e nei suoi taccuini annotò un passaggio del “Concerto per pianoforte in Sol Maggiore”, sia come l’aveva scritto lui, sia come l’aveva riveduto e corretto il pennuto. Lo storno aveva cambiato i diesis in bemolli.
Accanto alla versione animale, Mozart scrisse: “Era una meraviglia”. Quando l’uccello morì, il compositore cantò degli inni accanto alla sua tomba, e lesse una poesia che aveva scritto per lui. Lo stile della sua composizione successiva, “Ein Musikalischer Spass”, ricorda quello del canto di uno storno.

Se un genio come Mozart ammirava la musicalità di un uccello ed era disposto ad imparare da lui, sembra estremamente probabile che, quando inventarono la prima musica umana, i nostri progenitori abbiamo appreso e attinto dagli uccelli.
Quello della musica è un altro campo in cui gli scienziati sono riluttanti ad ammettere che gli animali possano fare le stesse cose degli esseri umani: in questo caso, che possano creare musica. Ciò nondimeno, tutti concordano nel dire che le componenti della musica animale sono le stesse di quella umana.

I canti delle megattere contengono ritornelli ripetitivi proprio come le nostre canzoni e in alcuni casi presentano rime. Probabilmente i cetacei usano le rime per lo stesso motivo per cui le usiamo noi: aiutano a ricordare ciò che viene dopo, nella poesia o nella canzone. Alla Cornell University, Linda Guinee e Katy Payne (la studiosa che ha scoperto la comunicazione ad infrasuoni degli elefanti) hanno rilevato che nelle balene i canti lunghi e complicati hanno una probabilità molto maggiore di presentare rime rispetto a quelli più semplici e brevi.

Gli uccelli compongono canzoni con la stessa variazione ritmica e le stesse relazioni tonali di cui si servono i musicisti umani, e possono anche trasportare i loro canti in una diversa chiave musicale. Come molti compositori che lavorano sulle stesse tonalità in tutto il mondo, gli uccelli distinguono accelerando, crescendo e diminuendo.

Animali ed esseri umani hanno anche gusti musicali simili. I ratti e gli storni possono distinguere fra accordi consonanti (che suonano “bene”) e accordi dissonanti (che suonano “male”). Luis Baptista, curatore e presidente del dipartimento di ornitologia e mammologia della California Academy of Science fino al 2002, anno della sua morte, aveva la registrazione di uno scricciolo boschereccio pettobianco, in Messico, che cantava esattamente le note di apertura della “Quinta Sinfonia” di Beethoven.
È poco probabile che l’uccello abbia mai sentito una registrazione della sinfonia prima di mettersi a cantarla. Quella musica, splendida al nostro orecchio, suona bene anche a quello degli uccelli, e questo esemplare aveva semplicemente composto lo stesso tema.

La mia ipotesi, è che la musica sia il linguaggio di molti animali. Può darsi che gli animali si servano del tono per comunicare emozioni complesse.
In altre parole, la musica animale, è Musica

Illustrazione di Monique Felix
Illustrazione di Monique Felix
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