Gelato al gusto di estate italiana

Uno degli alimenti più amati dagli italiani, che ogni anno consumano una media di sei chili pro capite: il gelato, protagonista indiscusso dell’estate, e non solo quella italiana! Germania e Italia si contendono ogni anno il ruolo di leader in Unione Europea, con una produzione che supera i 600 milioni di litri, seguite in classifica da Francia e Spagna. La Polonia si trova al quinto posto con 264 milioni di litri, e il mercato è in forte crescita.

Nei mesi più caldi il consumo medio in Italia è di circa due gelati alla settimana, ma c’è anche chi ammette di non poter stare un solo giorno senza gelato! Del resto la tradizione e la diffusione del gelato sono fortemente legate alla cucina italiana. Fu l’architetto Bernardo Buontalenti, alla Corte di Caterina de’ Medici a Firenze, che nel 1565 rivendicò per primo l’invenzione del dolce più amato al mondo: nelle ricette dei suoi sorbetti era solito utilizzare molti ingredienti che ancora oggi costituiscono la base per la preparazione del gelato, ossia latte, panna, zucchero e succhi di frutta che poi venivano mescolati con la neve.

Gelato

In realtà i primi documenti storici in cui viene fatta menzione del gelato risalgono a tempi molto più antichi: già nel 500 a.C. nella città di Atene si realizzavano delle bevande rinfrescanti contenenti miele, limone, succo di melograno mescolati a neve o ghiaccio. Per conoscere il gelato, l’Italia dovrà aspettare il IX secolo, quando la Sicilia fu oggetto della dominazione araba. La parola “sorbetto”, infatti, deriva da “sherbet”, termine con il quale si indicava una bevanda a base di succhi di frutta e canna da zucchero, importata dalla Persia e coltivata lungo le spiagge, tutto refrigerato con la neve dell’Etna. Fu così che nelle terre siciliane nacque il primo antenato del gelato artigianale italiano.

Tornando all’attualità, quello che ci interessa davvero sapere è: quanto gelato si può mangiare? È vero che può sostituire un pasto della giornata?

La risposta, purtroppo, è presto detta: il gelato non può essere considerato un buon sostituto del pasto. In termini di calorie può essere considerato equivalente, dal momento che una coppetta con tre gusti (circa 350 grammi) contiene circa 400-600 calorie, le stesse di un pasto bilanciato in una dieta media. Dal punto di vista nutrizionale, però, al gelato mancano i carboidrati complessi, le fibre e le proteine (contenute in minima parte nei gusti alla crema), responsabili del senso di sazietà. In pratica l’apporto calorico del gelato è dato principalmente da zuccheri e grassi, insufficienti a nutrire in modo adeguato l’organismo e responsabili del picco glicemico nelle ore successive: un aumento repentino degli zuccheri nel sangue che favorisce l’accumulo di grassi. Se ci aggiungiamo anche il fatto che manca la masticazione, il rischio è di avere la sensazione di non aver mangiato abbastanza, e di avere un ritorno dell’appetito dopo poco tempo.

Quindi il gelato è un alimento da evitare? Assolutamente no, il gelato è un piacere che ci si può concedere ogni tanto, l’importante è farlo con la consapevolezza degli effetti sul proprio organismo. Nell’ambito di una dieta equilibrata, si può occasionalmente pranzare o cenare con il gelato, purché non sia un’abitudine, sapendo che dopo due o tre ore tornerà la fame. In generale sarebbe meglio consumare il gelato come spuntino, da godersi pienamente una volta la settimana, e non ogni giorno.

Per evitare un sovraccarico di grassi e zuccheri, si può preferire il gelato allo yogurt, che mantiene una piccola parte di fermenti lattici, oppure al cioccolato fondente, concentrato di flavonoidi, ed evitare invece i gusti elaborati contenenti biscotti, sciroppi e caramelle. Per aumentare il senso di sazietà si può abbinare al gelato una macedonia di frutta fresca e una porzione di yogurt senza zucchero: in questo modo si riduce il carico glicemico e si evita che l’appetito torni troppo in fretta.

In generale, è da preferire il gelato artigianale: quello industriale è caratterizzata da una maggiore quantità di grassi e anche di aria, soffiata all’interno per rendere il prodotto più morbido e voluminoso. L’eccesso di aria può provocare meteorismo e gonfiore e, unito agli zuccheri, favorisce l’accumulo di grasso addominale.

Banana ice cream

Se volete una merenda fresca da consumare tutti i giorni, il mio consiglio di preparare il gelato di banana. Non è necessario avere una gelatiera: basta tagliare a rondelle delle banane mature e metterle in congelatore, poi al momento della preparazione estrarle a temperatura ambiente per 15 minuti, in modo che diventino leggermente morbide. Si mettono poi in un tritatutto alla massima potenza, e si frulla fino ad ottenere una crema morbida. Per variare i gusti si può aggiungere altra frutta congelata, ad esempio lamponi, frutti di bosco, ma anche caffè oppure cacao: il sapore della banana si sentirà appena.

Un’altra possibilità è quella di preparare dei frullati di frutta e yogurt da conservare in congelatore: aggiungendo un bastoncino di legno, si possono preparare dei pratici ghiaccioli. Alternative golose quanto il gelato, che possono essere consumate tutti i giorni con soddisfazione!

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