Simba e Milady: Lettera da un gatto sulla felicità

Simba e Milady sono due gatti che vivevano abbandonati a sé stessi ai margini di un bosco. Libertà e abbandono sono le due facce molto diverse della stessa medaglia.
Anziani, malati e in attesa di cuccioli, Simba e Milady sarebbero presto morti di stenti, se una persona non avesse compreso la loro sofferenza.

Pur nel rispetto della loro vita selvatica, e nell’indecisione su cosa fosse meglio per loro, queste due creature dei boschi sono state recuperate e ora dimostrano di apprezzare molto le comodità della vita casalinga.

Attraverso il loro linguaggio silenzioso mi hanno fatto pervenire queste righe, rivolte soprattutto a chi per prima lo ha compreso, ed io mi presto volentieri ad esserne il portavoce!

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Lettera da un gatto sulla felicità
Lettera da un gatto sulla felicità

Cara zia S., siamo Nonno Simba e Mamma Milady. In realtà, Simba è troppo stanco per zampettare sulla tastiera, e quindi lo faccio solo io (Milady) mentre lui rimane accucciato vicino a me pronto a correggermi, puntiglioso e attento come solo i nonni sanno essere.

Finalmente abbiamo recuperato le forze necessarie a miagolare e ringraziarti quanto basta per tutto quello che hai saputo fare per noi. Sappiamo quanto ti è costato, lo leggevamo nei tuoi occhi. Certe volte erano stanchi, come se non avessi dormito bene la notte, come se avessi passato ore a riflettere su quale fosse la scelta da fare. La tua umana insicurezza ti ha fatto porre tante domande, e non sapere mai quale sia la risposta giusta. Ma alla fine hai saputo ascoltare ciò che il bosco, e noi insieme, avevamo da dire.

Ci hai addomesticato quando la fiducia nell’essere umano era stata quasi persa del tutto, ci hai donato una nuova possibilità di vita quando ormai stavamo per varcare la soglia dell’Arcobaleno. Hai sopportato le nostre lamentele durante il lungo viaggio verso casa, quando noi eravamo troppo spaventati per capire, troppo stanchi per ascoltare le tue parole rassicuranti. E ancora adesso, anche se non ci vedi quanto vorresti, sappiamo bene che la sera ci pensi. Perché «Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Gli uomini hanno dimenticato questa verità, ma tu non la devi dimenticare» (A. De Saint-Exupéry).

Ebbene, volevo annunciarti che da pochi giorni sono nati i miei due cuccioli, e sono bellissimi e ciucciano come dei forsennati. Insieme, abbiamo sofferto tanta fame, e ora sono felice di vederli ingrassare ogni giorno un po’ di più. Già, la fame: i miei piccoli erano quattro, ma io non avevo energie sufficienti per tutti, e due sono morti ancor prima di nascere. E questi due, questi due sarebbero rimasti intrappolati nel mio pancino ormai troppo stanco se non fosse stato per te, e per le altre “zie” che mi hanno aiutato a partorire.

Sarei morta, zia S., se il tuo intuito di donna silvestre non avesse capito che avevamo bisogno di aiuto. E sarebbe morto anche Simba: ha sempre cercato di difendermi, di lasciare a me il cibo migliore, per fare crescere la nostra famiglia, e tutto questo gli è costato malattie, miseria, fame. Il suo povero corpo, avrebbe retto solo pochi giorni.

Qualcuno parla di “selezione naturale”. Io dico che la selezione può essere naturale, se parliamo di altri gatti, nati liberi, che hanno la forza e gli strumenti adatti per vivere in natura. Ma noi eravamo abituati ad una vita domestica. Certo, non lussuosa, ma avevamo un riparo e del cibo per superare l’inverno, quando il freddo lassù diventa insopportabile e anche le prede si nascondono ai nostri artigli.

Per noi gatti cresciuti con una famiglia umana, essere lasciati liberi significa “abbandono”. Pensare che avremmo dovuto arrangiarci a vivere, significa “negligenza”.

E se non fossi un gatto, andrei da qual signore che aveva promesso di occuparsi di noi, lo accompagnerei nel bosco e gli dire: «Ecco, vivi la tua vita naturale». Ma grazie al Cielo sono un gatto, e non sono incline quindi a questi risentimenti tutti umani.

Oh zia S., avresti dovuto vedermi quando ho affondato le mie zampine in quel morbido divano, nella casa della zia I. che adesso mi ospita! Mi sembrava di zampettare sulle nuvole. A noi gatti non è stato fatto il dono delle lacrime, altrimenti credimi: mi sarei commossa!

Anche il garage in cui ci avevi messo al riparo non era male, ma la zia T. diceva che non era adatto a noi: troppo umido nei giorni di pioggia, troppo caldo nelle prime giornate di sole. E per questo si dispiaceva, e cercava di farsi perdonare dandoci in cambio dei buoni e abbondantissimi pasti!

Io dico che quel garage era asciutto e sicuro quanto basta per poter finalmente chiudere gli occhi, sapendo che non correvamo pericoli. Anche quelle cucce in cartone erano confortevoli, e ci sono sembrate un sollievo in confronto a tutto ciò che abbiamo passato in precedenza.

Ciò che conta, è che ora i miei cuccioli possono crescere in un luogo sicuro, e quando sarà il momento andranno anche loro incontro a qualche umano da accompagnare nella Vita. E Simba, che nonostante tutto fa ancora fatica a riprendersi, ha dei cuscini morbidi in cui riposare le sue stanche ossa.

Ora con pazienza attenderemo la nostra famiglia-per-sempre. Siamo anziani, ma abbiamo ancora tanta fiducia nella Vita. Sappiamo entrambi che vorresti farci vivere a casa tua, ma non ne hai la possibilità. Ugualmente rimarrai importante per noi, perché il nostro incontro era scritto da qualche parte, nel nostro destino.

Il bosco, così come tutte le creature che lo abitano, parla a chi sa ascoltare con il cuore. E tu sei stata molto brava, poche persone sarebbero state in grado di sentire la richiesta d’aiuto che c’era nei nostri sguardi, nelle nostre brevi apparizioni, nel nostro soffiare e poi fare le fusa. Noi stessi eravamo confusi, incerti se fidarci o meno di te. Sei pur sempre un essere umano, saresti stata in grado di capire nel profondo le nostre feline necessità? Lo hai fatto, lo hai fatto davvero.

Grazie ancora zia S., sono certa che saprai tenerlo sempre a mente: «È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante».

Con affetto e fusotte,
tuoi Simba e Milady.

N.B.: Ogni riferimento a fatti, gatti, persone e luoghi, non è niente affatto casuale!

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